Sintesi
Il Fondo Atlas PMI destinazione futuro è un fondo che promuove caratteristiche ambientali e sociali, ai sensi dell’articolo 8 del Regolamento UE 2019/2088 (SFDR).
Il Fondo esclude imprese operanti in settori controversi o dannosi ai sensi della Tassonomia ambientale dell’Unione europea e promuove la sensibilizzazione delle micro, piccole e medie imprese italiane rispetto all’incidenza dei fattori ESG nel proprio business e nella qualità della sviluppo generata con la propria azione.
Ciò avviene attraverso una profilazione ESG di ciascuna impresa finanziata, con l’utilizzo di oltre 40 indicatori, la consegna di un benchmark a ciascuna impresa, con individuazione delle proprie aree di miglioramento, il riconoscimento di una premialità – espressa in termini di basis points sul costo del prestito – assegnata alle imprese che, durante l’arco di tempo pari alla durata del finanziamento (massimo 7 anni) avranno migliorato complessivamente il proprio score ESG.
Nessun obiettivo di investimento sostenibile
Questo prodotto finanziario promuove caratteristiche ambientali o sociali, ma non ha come obiettivo un investimento sostenibile.
Caratteristiche ambientali o sociali del prodotto finanziario
Il Fondo promuove caratteristiche ambientali, sociali e di governance attraverso la diffusione della cultura dei fattori di sostenibilità presso le Piccole e Medie Imprese italiane, oggetto dell’investimento. Il Fondo adotterà una doppia strategia:
– di esclusione, relativamente ad attività controverse o comunque non allineate alla policy della SGR;
– di profilazione ESG, per ciascun investimento che superi il filtro di esclusione.
Relativamente ai criteri di esclusione, il Fondo non investirà in:
a) attività economiche che generano un “Danno significativo agli obiettivi ambientali di sostenibilità” ai sensi del Regolamento della Commissione europea n. 852 del 2020, e successive modificazioni e integrazioni;
b) giochi d’azzardo e scommesse (ivi inclusi casinò, casinò online, giochi d’azzardo su internet e imprese analoghe), ovvero produzione o commercializzazione di prodotti connessi al medesimo;
c) produzione o commercializzazione di armi da fuoco, armamenti, forniture di tipo militare o munizioni;
d) produzione o commercializzazione di materiale pornografico;
e) ricerca e sviluppo di prodotti e soluzioni informatiche relative alla produzione e all’offerta delle attività da a) a d).
Per ciascuna impresa che risulterà ammissibile al filtro di esclusione, verrà dunque elaborato un profilo ESG, combinando fonti pubbliche e – se necessari – dati forniti dalla stessa impresa. Alla singola impresa sarà fornito un benchmark di riferimento per valutare i propri punti di forza e le aree di miglioramento, rispetto ai criteri di valutazione ambientali, sociali e di governance. Alla fine del periodo di ammortamento del finanziamento erogato, all’impresa che avrà migliorato il proprio profilo ESG sarà riconosciuto un premio in termini di sconto di basis points sul costo del prestito. Il modello di stima utilizzato calcola un indice di sintesi per la dimensione ambientale (E score), uno per la dimensione sociale (S score), uno per la dimensione di buon governo (G score) e uno complessivo, media dei primi tre (ESG score).
Strategia di investimento
L’obiettivo di gestione del Fondo è garantire dei vantaggiosi rendimenti agli investitori, favorendo l’accesso al capitale di debito per le piccole e medie imprese italiane, coinvolte in attività nell’economia reale, e al contempo sostenere la crescita e la diffusione nella cultura della sostenibilità presso i piccoli operatori economici. Il Fondo intende valorizzare il sistema della garanzia pubblico-privata per mitigare i rischi di credito assunti e per valorizzare i network territoriali a contatto con la piccola impresa (es. Confidi) o le più innovative soluzioni di finanza alternativa (piattaforme di crowdfunding e minibond). Attraverso il sistema della garanzia pubblica (Fondo centrale per le PMI) o anche della controgaranzia pubblica su quella privata, il Fondo fornirà l’opportunità – per gli investitori sottoposti a regole di vigilanza prudenziale – di ottenere un significativo capital relief. Fermi restando tali indirizzi di politica di investimento, le decisioni di allocazione degli asset, oltre ad essere fondate sull’analisi finanziaria, sono operate sulla base di analisi non finanziarie che prendono in considerazione in modo sistematico fattori di tipo ambientale, sociale e di governo societario (fattori ESG).
Quota degli investimenti
Il Fondo non persegue investimenti allineati alla Tassonomia, dunque non persegue investimenti sostenibili, ma persegue le caratteristiche ambientali e sociali descritte. Non è pertanto stabilita una quota minima di investimenti sostenibili.
Monitoraggio delle caratteristiche ambientali o sociali
Durante la vita del finanziamento (massimo 7 anni, duration media ipotizzata per il portafoglio, 5 anni) gli indicatori relativi alla caratteristiche ambientali o sociali saranno aggiornati almeno ogni due anni (si considera poco significativo un aggiornamento più frequente su parametri che riflettono caratteristiche strutturali delle imprese). All’impresa, come detto, verrà dato un feedback relativamente al proprio posizionamento nei benchmark disponibili e in quello di portafoglio, aggiornato nel tempo, per a) aumentare la consapevolezza rispetto al crescente valore dei fattori ESG, 2) motivare l’adozione di comportamenti virtuosi sulle aree dove maggiore è il margine di miglioramento.
Metodologie relative alle caratteristiche ambientali o sociali
Il modello adottato utilizza oltre 40 indicatori per profilare ciascuna PMI dal punto di vista ESG, con riferimento a dati dell’impresa, del settore, del territorio in cui opera. In ambito ambientale, vengono utilizzate le seguenti informazioni: efficienza energetica (Quota energia rinnovabile nel settore, ISO 50001, Aiuti di stato, Incentivi GSE, Numero pannelli solari); emissioni e rischio di transizione (Indicatore sintetico di rischio di transizione, Intensità di emissioni GHG scope 1 / 2 / 3, ISO 14001); biodiversità ed ecosistemi (Operatività in aree naturali, Violazione vincoli paesaggistici); rischio fisico (idrogeologico, sismico); utilizzo dell’acqua (Utilizzo di acqua pro-capite, Perdite idriche); rifiuti (livello di circolarità dell’impresa, Quota rifiuti riciclabili, Produzione di rifiuti dannosi, Violazioni in materia di rifiuti). In ambito sociale: Numero dipendenti e trend sulle assunzioni in territori degradati (alto tasso di disoccupazione e/o analfabetismo e/o basso reddito pro-capite); relazioni coi dipendenti (Spesa per dipendente, Precarietà lavorativa, ISO 18001_45001, Aiuti di stato – Formazione dei dipendenti e/o sicurezza sul lavoro, Numero di giorni persi per incidenti, Tasso di infortuni sul lavoro, Pubblicazione di brevetti aziendali); rapporti con i clienti (ISO 9001, Aiuti di stato – Cyber-Security, Codice Condotta Fornitori, Pubblicazione DNF); Impegno del territorio in volontariato sociale; Aiuti di stato – Lavoratori svantaggiati. In ambito di governance: profilo etico (Rating Legalità, Codice Etico, Certificazione volontaria del bilancio, Adozione volontaria di un collegio sindacale, Violazioni in materia di antiriciclaggio); profilo strategico (Dirigenti e quadri nel settore, Numero manager per 1000 dipendenti); inclusività (Quota di donne e/o giovani under 40 tra gli esponenti aziendali, Gap salariale tra uomini e donne, Presenza di manager donne vs uomini); trasparenza (Presenza di un sito aziendale, Disclosure su temi ESG sul sito aziendale).
Fonti e trattamento dei dati
La metodologia di profilazione ESG delle imprese finanziate è adottata da Atlas Sgr su basi dati fornite da CRIF. Tali dati utilizzano stime, su modelli proprietari di CRIF per i dati relativi alle questioni geo-settoriali: scenari transizione per industry; mappe di rischio climatico; benchmark settoriali e geografici; dati aggregati da Enti pubblici ed Authorities.
Ulteriori informazioni possono essere richieste ad Atlas Sgr.
Limitazioni delle metodologie e dei dati
Non vi sono significative limitazioni nelle capacità del modello di profilare dal punto di vista ESG un’azienda micro o piccola. L’approccio descritto, con disclosure verso le imprese beneficiarie del profilo ESG assegnato, e dei relativi benchmark (di settore o di portafoglio), consentirà comunque a ciascuna azienda di evidenziare eventuali correzioni da apportare ai valori stimati (es. consumi energetici), fornendo adeguata documentazione a supporto.
Dovuta diligenza
Come descritto, il Fondo si avvale dei dati forniti da CRIF nonché delle informazioni ricevute dall’impresa finanziata o da altri canali, elaborati mediante valutazioni interne svolte dal team di gestione. Eventuali deroghe ai criteri di esclusione o a punteggi ESG critici saranno oggetto di specifica valutazione da parte del Comitato investimenti del Fondo.
Le Funzioni di controllo (Risk management e Compliance) monitorano la corretta applicazione del Regolamento e del processo di investimento, nel continuo.
Indice di riferimento
L’indice di sintesi che sarà associato ad ogni investimento, dunque ad ogni impresa finanziata, sarà – come già descritto – la sintesi di tre sotto-indici, relativi ciascuno ad una delle dimensioni ambientale (E), sociale (S), di governance (G) dell’impresa.
Tale indice differisce da qualunque indice generale di mercato perché il Fondo si rivolge a piccole medie imprese, con importo massimo investito pari a 500mila euro, e ticket medio ipotizzato attorno ai 150mila euro. Ne deriva che non troverebbero applicazione a un portafoglio così generato indici generali di mercato, mentre si ritiene opportuno lavorare con indici di sintesi del profilo ESG della singola impresa e la costruzione di benchmark di settore, territorio o portafoglio.